Ci sono molte ragioni per le quali il dibattito sul contante si sta riscaldando proprio ora. Mentre i governi europei e le banche centrali hanno instaurato controlli del capitale negli ultimi anni, il contante è diventato il più grande scoglio per la politica monetaria convenzionale. Perciò diversi economisti e un buon numero di ufficiali di governo hanno presentato e reiterato i loro argomenti a favore dell’abolizione del contante virtualmente in qualsiasi opportunità.
Nonostante molti cittadini non approvino ulteriori restrizioni sul contante, il risultato del dibattito politico è aperto.
L’uso del contante in Europa
Il ragionamento politico a favore di una Guerra “europea” sul contante è fondata su una mentalità ideologica identica a quella che si sente al di là dell’Atlantico. Ciononostante è diversa la popolarità dell’uso del capitale, che varia da paese a paese in Europa.
Al contrario degli Scandinavi che si sono ampiamente mossi nella direzione di una società senza contanti, altri paesi preferiscono tenere le loro banconote e le loro monete. Recenti sondaggi mostrano che più del 70 percento della popolazione tedesca si oppone a maggiori restrizioni al capitale. La Banca Nazionale Svizzera ha annunciato che seguirà l’esempio di altri paesi, eliminando la banconota più alta del mondo (in termini del valore di scambio), quella di 1000 franchi svizzeri.
L’attitudine delle persone nei confronti del contante sembra essere influenzato dal contesto culturale di una nazione. I tedeschi, ad esempio, hanno affrontato 4 riforme monetarie negli ultimi 100 anni. La grande iperinflazione nel 1920 deve aver lasciato delle tracce tramautiche nella coscienza dei tedeschi.
Al contrario delle valute tedesche, il franco svizzero non ha mai sperimentato l’instabilità monetaria di una tale scale. È piuttosto il sospetto generale nei confronti del potere governativo, che ha guidato gli Svizzeri ad una posizione conservatrice nei confronti del contante.
La Danimarca e la Svezia sono l’estremo opposto. Questi paesi hanno ufficialmente promosso la legislazione per interrompere l’uso del contante passo dopo passo. Le più ampie banche scandinave hanno recentemente smesso di permettere il prelievo di denaro nella maggior parte dei settori. Inoltre l’industria finanziare ha incoraggiato attivamente la regolamentazione limitante l’uso del contante nelle transazioni giornalieri in nome della lotta alla corruzione e della protezione dell’ambiente. Infine, la legge danese lascia la decisione di accettare o meno il contante ai produttori di beni e serviti; quest’anno i negozi di vestiti, i ristoranti, le stazioni di servizio hanno il diritto di non accettare i consumatori che non sanno pagare elettronicamente. È letteralmente in corso una guerra scandinava contro il contante che ha preso posto nell’ultimo decennio.
Internazionalmente le iniziative contro il contante riflettono la corrente interconnettività dei mercati finanziari.
L’emergenza di un sistema finanziario globalizzato ha portato alla reogolamentazione delle transazioni e del flusso di capitale transfrontalieri. L’intento originale era quello di rendere più difficile ai criminali il trasferimento di denaro proveniente dal crimine. La regolamentazione di versamenti e di prelievo alle banche iniziò già negli anni 1970 negli Stati Uniti e negli anni 1980 e 1990 in Europa. Oggi, e specialmente dopo l’undici settembre, le restrizioni sono cresciute esponenzialmente.
La maggior parte della legislazione ha lo scopo di prevenire il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Per quanto queste ragioni siano plausibili, sono state anche utilizzate in modo errato nella guerra contro il contante. Da quando l’Unione Europea è competente nel terreno della regolamentazione contro il riciclaggio di denaro, c’è stato un grande sforzo di armonizzare le leggi nazionali. I ministri delle finanze UE hanno fatto appello alla corte europea affinché “esplorasse il bisogno di appropriate restrizioni sui pagamenti in contanti al di sopra di una certa soglia” attraverso l’Unione e, con lo stesso effetto, la Banca centrale europea ha annunciato la sua volontà di “esaminare le conseguenze del ritiro” della banconota da 500 euro. Nel frattempo, è diventato chiaro che la produzione di banconote da 500 euro si fermerà dopo 2018.
Nonostante quest’agenda politica e la sua implementazione discutibile, molti paesi dell’Eurozona hanno già messo in atto misure rigorose: il governo francese ha aumentato le restrizioni sui pagamenti in contanti e intensificato la sorveglianza sui prelievi di alto valore dopo gli attacchi terroristici avvenuti a Parigi nel novembre 2015; il limite massimo sul pagamento in contanti venne abbassato di 1000 euro. L’Italia è tornata al suo precedente limite di 3000 euro. I pagamenti che superano questo importo devono essere svolti attraverso una banca autorizzata.
Estendendo il raggio dello statuto contro il riciclaggio di denaro a intermediari non finanziari, perfino la Svizzera regolamenta le transazioni che superano i 100000 franchi svizzeri. Tuttavia, pare inverosimile che l’intenzione politica sia quella di smettere di discriminare quelli che usano il contante, quanto quella di diminuire costantemente il limite delle transazioni permesse, e eventualmente di interrompere l’uso del contante definitivamente.
Il bisogno di una finanza senza contanti e la sua fallacia
A seguito del crollo del sistema finanziario nel 1009, i governi hanno collaborato con l’industria finanziaria salvando grandi banche come mai prima. Di conseguenza, i livelli del debito pubblico sono saliti di molto. Allo stesso tempo i tassi di interesse sono al livello più basso, quasi a zero.
Abbiamo raggiunto un punto nell’attuale sistema monetario dove anche misure di natura non ortodossa come il “quantitative easing” o l’”helicopter drop”, hanno mancato il loro bersaglio ufficiale di stimolare l’economia. I soldi freschi di stampa sono a malapena entrati nella produzione di capitale reale e i prezzi dei titoli hanno subito l’inflazione; invece di investire in nuovi prodotti e servizi, molte imprese hanno ricapitalizzato in modo migliore, riacquistato i debiti o pagato dividendi ai propri azionisti.
Questa è una buona cosa per le banche perché sono sollevate dal servizio di “titoli tossici”; tuttavia, una tale politica monetaria non è in grado di stimolare l’economia in modo sostenibile. Ed è qui che c’entra il contante: il contante è diventato un vero inconveniente secondo la teoria economica mainstream. Esso limita l’abilità della banca centrale di ridurre a breve termine l’interesse nominale sotto lo zero.
Seguendo il concetto “zero lower bound”, se i tassi d’interesse vanno in negativo (la Banca Nazionale Svizzera sta addebitando a -0.75 % per depositi a vista eccendenti una certa soglia), i proprietari dei conti bancari sono incoraggiati a prelevare i loro risparmi e tenerli come contanti. Dato che il contante non paga interessi, è sempre meglio nasconderlo sotto il materasso che tenerlo in banca dove l’interesse è negativo e c’è un addebito. Se i tassi discendenti eccedono i costi adibiti per tenere i contanti in casa o in una cassaforte, le persone preleveranno in massa.
È ovvio che proibire il denaro non costruirà la fiducia nell’attuale sistema, ma ne distruggerà l’ultima parte, come mostrano gli ultimi dati sulla circolazione del denaro nella zona euro, in Svizzera e nel Regno Unito. Il problema è che la viabilità di certe valute attuali dipende genuinamente su sostanziali restrizioni sul contante.
Un poco di allentamento potrebbe essere sopportabile per il dollaro americano, se i tassi d’interesse ritornano ai livelli pre-crisi. Tuttavia, non varrà lo stesso per l’Eurozona, il che provocherà l’uscita di un paese membro. È perciò essenziale che alcuni paesi Europei (e l’EU stessa) di far crescere il grado di repressione finanziaria in modo da finanziare i propri debiti e deficit a spese del pubblico.
Se il contante venisse abolito, qualsiasi politica fiscale o monetaria sarebbe applicabile nel breve termine: aumentare l’interesse negativo forzerebbe i proprietari dei conti di spendere i propri soldi o di spendere in titoli rischiosi, come bond o azioni. Malgrado il disastroso effetto sull’economia, il malinvestimento, la confisca della ricchezza colpirebbe i proprietari dei conti ancora più duramente: in un sistema dove tutti i soldi sono elettronici, i prelievi forzosi, le leve di capitale, o le privazioni potrebbero essere imposte ai clienti delle banche senza che avessero la minima opportunità di evitare tali controlli. È ovvio, tuttavia, che una tale politica pervertirebbe lo scopo originale scopo dei soldi, che è primariamente quello di immagazzinare in modo sicuro il valore.
Quelli che propongono politiche contro il contante dimenticano troppo spesso il carattere non-coercitivo dei soldi. Descrivendo il modo in cui esso emerge, il grande economista austriaco Carl Menger indica che: “alcune comodità sono diventate soldi in modo piuttosto naturale, come risultato di relazioni economiche che erano indipendenti dal potere dello stato” (Principiles of Economics, 1871, Auburn [2007], 262). In altre parole, proibire il contante fisico porterebbe semplicemente all’emergere di mezzi alternativi di pagamento che vincerebbero la concorrenza sul contante ufficiale. Molte persone inizierebbero dei sostituti simili al contante, come l’oro o l’argento, o qualsiasi comodità faciliti lo scambio di beni e serviti. Che s’ignori questo fatto mostrano quanto poco gli economisti mainstream conoscano dell’origine del denaro e quanto sovrastimano la validità del loro consiglio politico. In altre parole, non puoi proibire il contante.
Un’altra fallacia pubblicamente difesa è la nozione che il contante venga utilizzato principalmente per coprire attività illecite. Esperti, tra cui il professor Friedrich Schneider dall’Università di Linz in Austria, hanno mostrato che le azioni di riciclaggio di denaro vengono sorprendentemente condotte senza contanti attraverso società fantasma localizzate in diverse giurisdizioni.
Il contante dalla prospettiva dell’individuo
Attualmente ci sono delle buone ragioni per opporre le valute. Sono intrinsecamente caduche a causa di una mancanza di competizioni. Tuttavia quando si tratta della manifestazione fisica di quelle valute, i contanti, allora bisogna differenziare. Nel contesto esistente, il contante significa libertà, nel senso che significa meno controllo statale o più opzioni per scegliere.
Guardiamo ad alcuni esempi recenti in Europa: i Greci hanno sperimentato ingenti restrizioni sui prelievi di denaro all’apice della crisi del debito, i depositi bancari dei cittadini a Cipro subirono prelievi forzosi del 50 percento in Marzo 2014, e titolari di Bond italiani e portoghesi sono stati forzati ad acquistare le azioni di banche fallimentari negli ultimi anni. Queste sono storie ormai troppo familiari agli Europei oggi; la repressione finanziaria sembra essere il toccasana per superare le conseguenze dei precedenti fallimenti del governo.
L’abolizione del contante rappresenterebbe il logico passo successivo in una serie di deleteri interventi di governo. Eppure, non giustificherebbe mai una tale infrazione delle libertà personali.
Quando si tratta di controllo statale nascosto, non sorprende che alcuni paesi europei, come la Francia, siano in prima linea. Un mondo elettronico sarebbe molto più facile da tassare e controllare. Una visione così ristretta sulla questione dell’evasione, tuttavia, ignora completamente le cause radicali per l’evasione fiscale al primo posto. Inoltre, l’abolizione del contante potrebbe diminuire il mercato nero, ma sarebbe solo questione di tempo affinché fiorisca ancor di più.
Il contante non implica solo la privacy nei confronti delle agenzie statali, ma anche di fronte alle aziende di collezione dei dati. In altre parole, la fine del contante sarebbe la fine definitive della privacy. Una società senza contanti darebbe ai governi e alle aziende accesso all’informazione e al potere contro i cittadini senza precedenti. Inoltre, una società senza contante è più incline al Cybercrimine: in Svezia, ad esempio, il numero di frodi è salito drammaticamente.
Considerando l’ubiquità dei soldi nella nostra società, non vi sarebbe settore che non ne sarebbe toccata. Il contante fisico offre un’opzione di riserva quando i governi diventano proibizionisti o i sistemi elettronici si rompono; il contante offre letteralmente un’assicurazione al proprietario e quindi lo/la protegge dalla perdita di proprietà e di libertà. Il denaro è detto essere primitive e inefficiente; tuttavia la regolamentazione contro il riciclaggio di denaro ha artificialmente alzato i prezzi per i mercanti che preferiscono il contante. In un’economia di mercato non tocca alle banche (o al governamento) decidere sui mezzi di pagamento, ma al consumatore. E non dimentichiamo: il contante è specialmente importante per i miliardi di persone che non hanno banche o ne hanno di basso livello in tutto il mondo.
Infine il contante incorpora il valore dell’incondizionalità. Il denaro non è dipendente da una terza persona o da un contratto privato. Non è contingente a causa della funzionalità delle banche o dell’efficacia del sistema finanziaria. Al contrario dei soldi in banca, le transazioni in contanti sono immediatamente chiarite e chiuso. Lo stesso vale per il Bitcoin, ragione per la quale la criptovaluta è detta “contante elettronico”. C’è una riserva importante al principio di incondizionalità: il cash rimane dipendente dalla funzionalità dello stampatore, il governo.
C’è un fattore positivo riguardo alla corrente battaglia politica contro il contante: stimola l’emergenza di soldi alternativi, come quelli protetti criptograficamente e/o monete basate sull’oro. L’importante ascesa del Bitcoin ha già portato a un numero di risposte regolamentatrici: lo Stato di New York chiede che i broker e gli scambi abbiano una “BitLicense”; la Svizzera ha emendato la propria regolamentazione concernente il riciclaggio di denaro per includere le transazioni avvenute con valute virtuali nel 2015.
L’idea di un divieto completo sembra campata in aria per alcuni di noi; tuttavia, più i tassi d’interesse stanno bassi o in negativo, e finché l’economia non si risolva, le proposte che ci sembravano impensabili potrebbero essere presentate non avendo alternative.
Il contante non è un fine in sè, ma piuttosto un mezzo indispensabile per esercitare i diritti fondamentali. Anche se fosse possibile non cambiare nulla in una società senza contanti, l’abolizione del contante influenzerebbe di fatto il comportamento umano.
Il contante non riguarda attività illecite, ma permette di vivere uno stile di vita che non faccia del male a nessuno. Fyodor Dostoyevski scrisse nella Russia del diciannovesimo secolo che “i soldi sono coniati “libertà””; oggi lo correggeremmo: il contante è coniato libertà.